Le origini

L’iniziativa nasce per spirito di cittadinanza di un gruppo di sardi. Dopo gli incontri nella comunità italiana di attivisti per i dati aperti, era stata Manuela Vacca, giornalista attenta ai temi dell’innovazione e della trasparenza, a invitare a pranzo Giovanni Battista Gallus, allora presidente del Circolo dei Giuristi Telematici, e Andrea Zedda, presidente di Sardina Open Data.

GLI SCOPI. La voglia di darsi da fare andava ben oltre la necessità di avere una maggiore mole di dati pubblici a disposizione per il giornalismo, il data journalism o giornalismo con i dati come, per esempio, al Guardian. L’obiettivo era ancora più grande. Unire le forze e le diverse competenze avrebbe consentito una precisa azione civica: diffondere la cultura dei dati aperti perché tutti avrebbero potuto godere dei benefici in termini di maggiori servizi e controllo delle azioni di governo.

UN DONO ALLA CITTÀ. “Facciamo un regalo alla città. Sarebbe bello rendere i cittadini più consapevoli dei vantaggi di poter riusare i dati e fare in modo che chiedano alle pubbliche amministrazioni di aprire nuovi dataset”, si era detto a tavola. Quindi si erano unite le forze di semplici cittadini e di differenti associazioni per portare in Sardegna, a beneficio della collettività, una esperienza internazionale che proprio nel 2013 veniva sperimentata anche in altre città italiane. L’Italia aderiva cioè per la prima volta e Cagliari c’era.

PRIMO HACKATHON PER TUTTI. Per l’occasione, in questa giornata libera e gratuita, è stato realizzato il primo hackathon della città di Cagliari: una maratona con i dati era stata aperta ai tutti i cittadini interessati e non solo agli esperti. Unico requisito: portarsi dietro un portatile. Per il resto sarebbero stati supportati dagli esperti in questo primo approccio ai dati.

SENZA CONTRIBUTI. La manifestazione, anno dopo anno è stata puntualmente realizzata in maniera apartitica, su base volontaria e senza richiesta di contributi. Sono i singoli, con o senza associazione di appartenenza, a donare il proprio tempo e le proprie energie per l’organizzazione.

LA PARTECIPAZIONE. L’iniziativa ha registrato un’alta partecipazione e un genuino interesse di giovani, giovanissimi e diversamente giovani. Negli anni sono arrivati nuovi organizzatori e nuovi entusiasmi. Punto di riferimento fisso è stato il Circolo dei Giuristi Telematici, con il supporto di tutti coloro che come singoli o come associazioni o istituzioni hanno messo un po’ di buona volontà.